mercoledì 16 gennaio 2008

LE SPIGHE NELLA TRINACRIA NO
Le spighe della Trinacria non fanno parte della bandiera della Sicilia.
Pena di morte per i contadini che non tagliano gli alberi secolari per fare navi da guerra romane e croci per chi si rifiuta di trasformare i bosci in campi di grano. Questa era la legge, le spighe piantate nella Trinacria erano il simbolo del granaio di Roma.
Per questo motivo sono offensive e deturpano questa immagine apotropaica di sardonico aspetto.
Sardonico/sardanico - un panificatore di Leontini scrive che sica sta per falce e sicano per falciatore. A Messina dicono che zancle (scritto DANKE) significa falce in lingua siciliana di 3500 anni fa. In gaelico AES DANE significa gente d'arte....mescoliamo, enunciamo (non dimostriamo, dimostratelo voi):L'arco che tiene in mano è la falce del porto, la stessa falce (non quella di Mercurio) che fecero usare a Perseo per tagliarle la testa, corre in ginocchio per lanciare meglio la freccia, ride sarcastica e invincibile, il matriarcato è ancora vivo.
In fenicio la D é D = delta di venere, dai fenici ad oggi, mai stata Z.
Invece la A fenicia si sciveva K.
DANKE = DANAE ! ma quale falce per il grano ? forse falce del porto.
DAN, SAR-DAN, DANEIDI , DANA AES, DEA ENNA (forse) ...Popoli del Mare....vedi guerre contro i Faraoni....fate voi i collegamenti.
Poi scrissero una religione di un dio-uomo che nasceva in una grotta (come il dio Mitra) che usava per i riti il pane ed il vino (uguale a Bacco), moriva e resuscitava su una croce (come Dioniso).....
Tutto quello che volete ma le spighe NO.
NO - LE SPIGHE NELLA BANDIERA NO
nel giorno di San Marcello
(San Marcellino, pane e vino, era un altro, forse)
Rino Baeli 16 Gennaio 2008

1 commento:

Orazio Vasta ha detto...

Non solo la nostra Isola è "già staccata" geograficamente - grazie a Dio!- ma è storicamente "un'altra cosa" da quello che comunamente chiamiamo Italia.La storia della Sicilia ,ovviamente, non quella che studiamo a scuola e nelle università del Ministero della Pubblica Istruzione della Repubblica italiana- insegna che noi Siciliani abbiamo una nostra identità nazionalitaria, altro che regionalismo e Padania!
E allora?
Occorre impegnarsi nella ricerca dell'identità perduta o, meglio, dell'identità cancellata.
I Sicilani,abbiamo visto scomparire quella netta consapevolezza identitaria, quel senso di appartenenza e di legame con la Sicilia e la sua storia. Oggi l'identità nazionalitaria dei Siciliani é considerata antistorica, antieuropea:
"Ma quale nazione siciliana,siamo nell'era della globalizzazione, foriera di civiltà e modernità, di benessere e prosperità!".
Ma, i Siciliani,che vogliamo essere moderni ma coscienti di noi stessi e non sudditi ,i Siciliani orgogliosi di esserlo, la cui storia é mistificata oltre l'immaginabile, dobbiamo avere il coraggio di ritrovare l'unità che in passato, per più volte, c'ha permesso di essere il Popolo della Nazione Siciliana.
La lezione impartita dal coraggioso Popolo della Kosova (Kosova è la traduzione in lingua albanese di Kosovo o Kossovo)insegna che neanche le pulizie etnike possono cancellare l'esistenza culturale e umana di un Popolo.
E, che cos'è, se non pulizia etnika,la manipolizazzione e la cancellazione scientifica da parte dello Stato italiano della cultura e della storia dei Siciliani,ridotti ad essere carne da macello per la MAFIA e ad essere identificati nel mondo intero con il binomio razzistico SICILIA=MAFIA?
Scriveva il mio amico e maestro Pippo Fava:..."Un uomo,ad un certo momento della sua vita,deve fare una scelta"...
Credo,che i Siciliani siamo chiamati ad essere padroni in CASA NOSTRA,lasciando a "loro" i CALIFFI DELL'AUTONOMIA "riscoperta"...dopo 60 anni di complice silenzio.
Orazio Vasta
rarika.radice.blogspot.com